IL TERZO NUMERO DELL'ECOLOGIST SARA' IN VENDITA DA META' LUGLIO
il nuovo numero dell'Ecologist

LEZIONI DALLO TSUNAMI di Vandana Shiva

Gaia, la Terra, non potrebbe aver scelto un luogo ed un tempo più adatti per mandarci un segno dei suoi poteri nascosti, assieme al messaggio che solo secondariamente siamo Indiani ed Indonesiani, abitanti dello Sri Lanka e Svedesi, Thailandesi e Maldiviani contrapposte - prima di ogni altra cosa siamo figli della terra e condividiamo il destino comune di una tragedia comune, assieme ad un comune desiderio di aiutare e guarire. Le vacanze di Natale e di Capodanno portano sulle spiagge dell'Asia gente da tutto il mondo. Il terremoto che ha provocato lo tsunami del 26 dicembre nell'Oceano indiano è diventato una tragedia globale perché le sue conseguenze sono ricadute non solo sugli asiatici, ma anche sui visitatori provenienti da tutto il mondo, compresi gli Svedesi, venuti in vacanza sulle assolate spiagge dell'Asia. Mentre il 2004 cede il passo al 2005, la furia della natura nell'Oceano Indiano riempie cuori e menti di tutti in ogni angolo del mondo. Se nell'immediato la tragedia davanti agli occhi di milioni di persone deve essere la nostra prima preoccupazione, vi sono lezioni a lungo termine che lo tsunami ci impartisce. Dobbiamo prestare ascolto a Gaia. La prima lezione riguarda la lottizzazione e privatizzazione delle zone costiere. Negli ultimi anni di globalizzazione finalizzata al mercato, il rispetto per la fragilità e vulnerabilità degli ecosistemi costieri è stato sacrificato agli alberghi, ai villaggi turistici, agli allevamenti di gamberetti e alle raffinerie di petrolio. Mongrovie e barriere coralline sono state sistematicamente distrutte, eliminando le barriere che proteggevano da tempeste, cicloni, uragani e tsunami. Quando nel mio istituto studiammo il ciclone di Orissa del 1999, che uccise 30.000 persone, scoprimmo che la distruzione era stata molto più grave là dove le mangrovie erano state tagliate per fare allevamenti di gamberetti e una raffineria di petrolio. Il movimento popolare contro l'allevamento industriale dei gamberetti portò la Corte Suprema dell'India a emanare un'ordinanza di chiusura di tutti gli allevamenti in una fascia di 500 metri dalla linea di costa, nel rispetto della Coastal Regulation Zone Notification (Regolamento per la protezione delle coste). Come recita l'ordinanza degli Onorevoli giudici Kuldip Singh e Saghir Ahmed: "Prima di emettere questa sentenza, dobbiamo affrontare l'argomento della "valuta americana' che ci è stato presentato. Il collegio di avvocati a difesa dell'industria di gamberetti ha avanzato la tesi che l'industria si era distinta come la principale attività che attira valuta straniera nel paese. Il 100% della produzione è esportato in America, Europa e Giappone, e proprio per questo motivo tale attività ha un alto potenziale di attrazione nei confronti del 'Dollaro'. Può essere, ma la produzione di gamberetti d'allevamento resta di molto inferiore al prodotto pescato. La tabella seguente mette in evidenza i dati della produzione mondiale di gamberetti dal 1982 al 1993.... continua